Studi Botanici

 L’anno scorso stavo lavorando ad una scatola di legno da decorare con fiori …
e perciò ho realizzato degli studi botanici preparatori per studiare il gioco di luci ed ombre sui petali.

E studiando le varie possibilità su carta ho pensato di usare ancora una volta le matite colorate…

Studi botanici

Ho preso ispirazione da un libro di schizzi giapponese

Libro giapponese da cui prendere ispirazione

Mi aveva colpito la perfezione dei disegni: le linee dei contorni di ogni foglia o petalo erano sottilissime e l’immagine, pur non essendo reale, era più bella del vero in un modo così poetico e accurato da farti comprendere l’anatomia della pianta quasi in maniera più efficace dell’osservazione diretta.

Il Rapidograph che ho usato finora non raggiunge minimamente questa perfezione. Così ho scartabellato tra i miei cassetti dell’arte e ho ritrovato le mie boccette di china e soprattutto i pennini. La china esiste di diversi colori: io ho il nero classico, il color seppia e il blu di Prussia.

Il pennino che preferisco è questo piccolino, che a seconda del peso con cui premete sulla punta vi farà ottenere una linea più o meno sottile. Comunque il tratto sottile supera in raffinatezza qualsiasi rapidograph.

Ma torniamo agli schizzi botanici per la mia scatola di legno di cui vi parlavo prima. Dopo aver realizzato i disegni a matita, li ho contornati con la China color seppia imitando appunto i maestri giapponesi.

Dovevano essere solo degli schizzi, ma poi mi sono appassionata e li ho portati a termine come se fossero già un’opera a sé. Purtroppo la carta su cui avevo fatto gli schizzi era in vero troppo sottile e in alcuni punti risulta un po’ trasparente e si vedono le figure del lato posteriore. Ma come dicevo: erano solo degli schizzi preparatori.

Devo dire che gli studi botanici dei fiori sono una attività molto rilassante, perché nel copiare i fiori ci si può un po’ svincolare dall’eseguire una copia perfettamente identica al vero.
Dato che il fiore, preso nel suo schiudersi spontaneo, assume delle forme irregolari, siamo così affrancati dal dominio del cervello sinistro che tutto vuole incasellare e catalogare, e possiamo invece disegnare con la parte destra del cervello… (vedremo su questo un post dedicato…)

Diciamo soltanto che la parte sinistra del cervello tenderà a farci disegnare la categoria che nel nostro cervello abbiamo immagazzinato dell’oggetto fiore o petalo e ci renderà un po’ ottusi nell’osservare quel fiore, quel petalo in particolare. La parte destra invece tenderà a farci disegnare la forma che abbiamo davanti agli occhi, o una sua approssimazione che sia più simile alla forma astratta che abbiamo davanti. Meno la descriviamo con le categorie del nostro linguaggio e meglio andrà la mano a disegnarla.

Perciò disegnare un petalo che abbia forma irregolare può risultare più semplice che disegnare un volto. perché non abbiamo il cervello pieno di parole e forme prefabbricate, e comunque sia la forma del petalo, anche se non corrisponde perfettamente, ma ha colto lo “spirito” del fiore, sarà un bel lavoro. 

Quando poi lo si contorna a china evitate le linee troppo dritte e dure, meglio avere un po’ la mano tremolante, ed esasperare invece la cura dei dettagli.

Buon disegno botanico a tutti…

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