Santa Caterina del Sasso

Santa Caterina del Sasso è un Eremo che si trova incastonato nella roccia della scogliera affacciata a strapiombo sul Lago Maggiore sulla sponda lombarda. E’ stato fondato da Alberto Besozzi, un ricco mercante che scampando ad un naufragio mentre attraversava il lago, decise di stabilirsi in questo luogo e cambiare vita per sempre. Così a partire dal XII secolo vennero edificate tre cappelle: una dedicata a Santa Caterina d’Egitto, e successivamente altre due dedicate a San Nicola e a Santa Maria Nova.

Altri edifici si sono aggiunti nei secoli e l’eremo è diventato un convento gestito prima dai Domenicani, poi dai Carmelitani. Dal 2019 è gestito dai Francescani.

Santa Caterina del Sasso

Per giungere qui, si può arrivare dal piazzale sovrastante dove vi è un parcheggio gratuito a Quicchio.

Da lì si scende lungo un percorso pedonale a tratti in piano a tratti a gradini. Volendo c’è anche l’ascensore.

Si cammina immersi nel bosco e si vede l’acqua del lago sotto di noi.

La lunga scalinata conduce infine all’ingresso nell’eremo. Attraverso una balconata affacciata sul lago si incontra per primo il Convento meridionale (costruito inizialmente tra XIII e XIV secolo, ma rimaneggiato e fatte aggiunte fino al XVII secolo)

Che bella questa Madonnina bianca nella nicchia illuminata! Nella prima sala che accoglie il visitatore troviamo l’immagine di Santa Caterina, a cui l’eremo è dedicato, e San Francesco, poiché il convento ora è gestito dai Frati Francescani.

Il convento meridionale è un edificio a due piani. Visitando la sala del Camino vediamo che presenta doppia altezza a seguito della demolizione della volta a crociera. Qui troviamo degli affreschi molto belli che sebbene risalgano al XIII secolo, sono ben diversi da quelli che abbiamo visto in toscana a luglio. Questa Madonna è diversa da quelle severe di Siena. Le Madonne di Siena erano idealizzate, malinconiche, senza sapere bene il perché. Questa Madonna invece è così umana nei tratti del viso e negli occhi, la sua sofferenza è tangibile e presente.

Successivo al Convento meridionale si trova il Conventino, con le arcate a sesto acuto, e si arriva infine al piazzale della Chiesa. Poco prima vi è una sorta di rientranza nella roccia. Tra i massi si intravvede una grotta dove hanno allestito un presepe inusuale. Infatti sulla Sacra Famiglia visitata dai Re Magi, veglia in posizione sopraelevata una ulteriore statua della Madonna.

Santa Caterina del Sasso

La Chiesa è la fusione delle tre cappelle sorte in epoche differenti, come ho spiegato sopra, e presenta al suo interno e anche all’esterno diversi affreschi molto belli attribuiti a Bernardino Luini.

La storia di questa chiesa è particolare. Nei primi del ‘700 si verificò un miracolo. Cinque enormi massi sovrastanti la chiesa, non erano evidentemente stabili. Nessuno se n’era accorto e precipitarono sulla chiesa… senza però causare alcun danno, poiché rimasero impigliati nella volta di una cappella fino al ‘900. Presumo che a quel tempo siano poi stati rimossi definitivamente.

Gesù

Subito entrando nella chiesa, alla sinistra dell’ingresso trovate un dipinto di Gesù che ho spesso visto nei santini cartacei in diverse chiese…

Ecco dunque l’originale!

La cappella originale di Santa Caterina si trova all’interno della Chiesa, come dicevo, e dentro hanno allestito un Presepe essenziale. Dalla finestra la gente butta dentro monetine per chiedere una grazia.

Inoltre in una nicchia laterale troviamo il dipinto dedicato a “Maria che scioglie i Nodi“. L’immagine ci ricorda di confidare nell’aiuto nella Madre Celeste, anche quando la nostra vita sembra aggrovigliata e ci sentiamo prigionieri di nodi invisibili che però ci fanno soffrire e ci impegnano energie mentali e fisiche.
La Madonna che scioglie i nodi, come fossero dei lacci tangibili, aiuta a visualizzare i nostri problemi, nodi della nostra vita che non riusciamo a superare, come qualcosa che si possa risolvere invece.

Santa Caterina del Sasso

L’eremo sospeso nel blu tra cielo e terra sembra quasi un luogo dell’immaginazione tipo Laputa, il castello nel cielo raccontato nei Viaggi di Gulliver, e successivamente nel film di animazione di Miyazaki.

Mi piace immaginare come possa essere d’inverno, nelle giornate di nebbia così fitta da sembrare davvero sospeso nel cielo, in un non luogo e un non tempo. Quando non è stagione di turismo, e queste rocce e queste terrazze siano davvero un luogo in cui potersi ritirare a meditare o pregare.
Oggi con questa bella giornata è tutto molto affascinante e “turistico”, ma penso che la vera essenza di questo posto si scopra davvero potendo venire fuori dalle rotte dei turisti.

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