Pensate ai bambini

L’anno scorso Papa Francesco aveva detto “Fermatevi, pensate ai Bambini!

Nelle immagini nella rete ho visto immagini di bambini nei campi profughi con gli occhi tristi nella gioia di esser vivi, nella metropolitana di Kiev in mezzo a pacchi improvvisati, buste di plastica, zainetti con la testa del cane che usciva e immagino nient’altro dentro… Ho visto donne con addosso solo il loro bambino infagottato in tute spaziali, tipo quelle che usavo anche io per i miei bambini quando erano piccoli, e nient’altro che quello… 

Ho visto case con le finestre buie e porte come urla mute… macerie sparse in mezzo a neve, nuvole nere di fumo levarsi come il Nulla della Storia Infinita e gente con le facce triste…

Pensate ai Bambini, disegno con matite colorate, raapidograf e pennarelli

Era Pasqua quando il Papa lo diceva… In quei giorni fioriva la mia magnolia in giardino, e ho immaginato che una delle bombe cadute sui giardini delle case popolari a Kiev, o a Mariupol o a Kharkiv … fosse caduta proprio davanti all’albero che tutti abbiamo fotografato, compiacendoci dell’arrivo della primavera…

Quando ero ragazza c’è stata la guerra in Jugoslavia, e anche allora al telegiornale foto di gente come noi, città distrutte, macerie e cenere come dopo un fall out, atrocità che parevano uscite dai lager della II guerra mondiale…  sempre era quello il termine di paragone, come qualcosa in cui mai più ricadere, eppure quando erano ragazzi i miei genitori c’è stato il Vietnam…

I giornali ci fanno percepire così vicina questa guerra, eppure quante ne sono successe in altri posti del mondo, e stesse scene, stessi volti, stessi occhi di bambini… E sono rimaste urla mute, come quelle porte sfondate nelle case bombardate. Non le abbiamo mai udite. O ce le hanno strombazzate per lo spazio di uno show di qualche mese, finché restava l’attenzione del pubblico, e se qualche trafiletto di giornale ce le ha raccontate, sono sembrate così estranee e lontane, che le abbiamo sommerse con i nostri incessanti pensieri, incessanti problemi del quotidiano, come se quegli occhi fossero tutto sommato troppo diversi dai nostri.

In verità anche in quei posti remoti, una bomba è caduta su un albero di magnolia davanti ad uno scivolo con dei bambini.

E mai si sono fermati i potenti della terra, a guardare quei fiori di magnolia e quegli occhi di bambini.

Queste bombe cadono sui bambini, ma anche sulla parte più candida e innocente di tutti noi. Cadono per l’ennesima corsa ad accaparrarsi qualcosa a discapito degli altri, cadono per avidità, e per logiche di potere, per attivare leve di denaro… 

Fratelli

e come nel mito di Erisittone, incapaci di provar rispetto per la Natura che essendo un dono, è di per sé Sacra, continuiamo a desiderar sempre più cibo da ingurgitare, insaziabili nella nostra brama di avere, arriviamo al punto di mangiar noi stessi. 

I miti dell’antichità già avevano descritto questa scellerata corsa a mangiar tutto, senza riguardo per gli altri, né per la Madre Terra.

E cos’altro è,  se non divorar se stessi, uccidere per predare senza riguardo per le vite future, che già ci stanno guardando con gli occhi dei nostri figli?

Pensate ai Bambini: in corso d'opera
In corso d’opera, aprile 2022

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