Siamo al secondo murales al Mattei. Il primo riguardava Escher e la Matematica.
Cosa dipingere nell’aula di lettere, che sia evocativo e racchiuda in sé sia letteratura che storia?
Beh l’Epica! Ovvio!
L’Ulisse di Omero
E allora per un’aula del biennio ecco perfetto Ulisse. Il tema del viaggio e il tema della guerra, come espressione dell’umana brama di possedere, e prevaricare sugli altri, e al tempo stesso espressione dell’umana capacità organizzativa e spietata razionalità.
Il blu: la calma, la razionalità, l’organizzazione… e il rosso la violenza, la passione. Questi sono i colori dell’aula di Lettere.
In effetti sono le leve della storia dell’uomo, e le leve delle storie che contano, quelle che non si dimenticano, quelle che diventano archetipo, come tutti i miti dell’antichità.
Brucia la città di Troia, presa con l’inganno del cavallo. Un inganno così clamoroso da essere diventato archetipo di tutti gli inganni, tanto da essere il nome con cui chiamare certi virus del computer.
Curioso che i ragazzi non si appassionino alla letteratura! Sono storie che parlano dei meccanismi della psiche umana, e si ripetono sempre sia nel piccolo della vita del singolo, sia nel grande della storia dei popoli. Basterebbe riflettere su questi miti per capire tanto l’attualità quanto i nostri effimeri affanni.
Come nel murales dell’aula di Matematica, anche in questo abbiamo lavorato in team studenti e docenti. Lavorare assieme nel realizzare qualcosa per la collettività è una concreta lezione di educazione civica, che nella mente di tutti lascia il ricordo e la consapevolezza di aver contribuito in positivo al futuro.
Ulisse di Dante
Ulisse in realtà non è solo la storia di Omero, che racconta le umane passioni. Come lo racconta Dante, incarna il tema più sofisticato della ricerca interiore, dello spingersi oltre i propri limiti, del non accettarli, non farsi ingabbiare dalle catene dell’ignoranza.
Il tema del Viaggio diventa il tema dell’evoluzione, della consapevolezza di essere chiamati a obiettivi più alti: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”.
Questa citazione di Dante, che parla di Ulisse nel XXVI canto dell’Inferno è una metafora dell’arroganza, della brama di sapere, della ricerca di un nuovo confine da varcare, che sempre ha contraddistinto l’uomo fin dal racconto biblico di Adamo ed Eva.
Anche questa molla è una componente della psiche dell’uomo. Con questa frase Dante sembra voler ricordare a ciascuno di noi, che siamo chiamati a cercare di più di quel che ci viene dato, a non accontentarci.
Non siamo fatti per viver come bruti, non fermiamoci alle meschine molle di prepotenza e prevaricazione che stanno alla base della vita più basiche e primitivei: la guerra, la violenza per rubare al fratello ciò che possiede. Siamo chiamati a cercare Virtù e Conoscenza.
E se da una parte Dante rinchiude Ulisse all’inferno, per aver condotto i suoi compagni oltre i limiti imposti da Dio, dall’altro canto con queste parole sembra riferirsi a cose ben più alte.
Virtù e Conoscenza non possono essere trovate qui e ora nella mera soddisfazione dei bisogni primari e nella famelica sottrazione al prossimo di ciò che era suo.
Questa è una frase che va letta a più livelli. E trovo sia molto appropriata per un’aula di lettere.
Qual è lo scopo della letteratura? Illustrare le pieghe e le sfumature dell’animo umano sia nel piccolo, sia nel grande. Ma questa frase, ci invita a cercare più in alto, oltre le logiche dei bruti. Virtù e Conoscenza sono Valori più alti che implicano una ricerca di una vita, e una dedizione totale.
E sono più importanti del resto. In realtà sono queste le molle che dovrebbero spingerci come esseri umani, nella ricerca di una evoluzione non solo tecnologica, ma soprattutto spirituale.
Ulisse, nella figura, si lascia alle spalle la guerra, il sangue, la violenza, l’inganno, la macchina dell’efficienza… e guardando verso l’orizzonte ci indica che sono questi i valori da ricercare, sono queste le ricchezze più grandi.
Di seguito trovate il Reel dei momenti più epici: